Il cotone nell’abbigliamento europeo/Cotton in European clothing
Nel Settecento prerivoluzionario la corte francese scelse tinte chiare. La regina Maria Antonietta prediligeva il giallo pallido, dilagavano le tinte pastello, ci si vestiva con i tessuti di mussolina di cotone importati dall’India. Si trattava di stoffe leggere, spesso trasparenti, stampate con disegni colorati dai motivi floreali o faunistici. Le navi delle varie compagnie delle Indie trasportavano ogni anno milioni di metri di stoffa di cotone.
In the pre-revolutionary eighteenth century the French court chose light colors. Queen Marie Antoinette preferred pale yellow,pastel shades were rampant, people dressed in cotton muslin fabrics imported from India.
These were light fabrics, often transparent, printed with colorful designs with floral or faunal motifs. The ships of the various companies of the Indies transported millions of meters of cotton cloth every year.
Con ogni probabilità i primi ad importare il tessuto furono i portoghesi della Carreira de India. Un contributo invece fondamentale alla diffusione di questo tipo di stoffa lo diede il corsaro inglese che nel 1592 catturò la nave portoghese Madre de Dios: il carico di cotone indiano venne venduto a basso prezzo in tutta l’Inghilterra.
In all likelihood, the first to import the fabric were the Portuguese of the Carreira de India. On the other hand, a fundamental contribution to the spread of this type of fabric was given by the English corsair who in 1592 captured the Portuguese ship Madre de Dios: the cargo of Indian cotton was sold at low prices throughout England.
Gli europei al tempo non riuscivano a tessere stoffe interamente di cotone, né erano in grado di ottenere un filo abbastanza resistente da essere usato per la trama, come invece accadeva con il cotone indiano.
Europeans at the time could not weave fabrics entirely of cotton, nor were they able to obtain a thread strong enough to be used for the weft, as was the case with Indian cotton.
In epoca preindustriale il cotone risulta costoso quanto il lino, ma il tessuto imita la brillantezza della seta grazie alla fantasia e alla vivacità dei colori. Non essere in grado di tesserlo significa anche non poter produrre stoffe che non sbiadiscano a causa dei lavaggi o qualora siano esposte alla luce. Lo vediamo ancora oggi: lana e seta sono considerati tessuti delicati, il lino non assorbe bene i colori; mentre soltanto il cotone trattiene sia i mordenti sia le tinture.
In pre-industrial times, cotton was as expensive as linen, but the fabric imitates the brilliance of silk thanks to the fantasy and vivacity of the colours. Not being able to weave it also means not being able to produce fabrics that do not fade due to washing or when exposed to light. We still see it today: wool and silk are considered delicate fabrics; linen does not absorb colours well, while only cotton retains both stains and dyes.
Il cotone contribuì a fare della moda un fenomeno di massa: anche la casalinga, la cameriera o la figlia del panettiere potevano finalmente concedersi qualche metro di stoffa indiana. Prima dell’arrivo di queste tele di cotone dall’India, il vestiario popolare era noiosamente monocromo, solo i più ricchi potevano permettersi abiti colorati. Decorare un tessuto era infatti costosissimo: richiedeva complicate procedure al telaio (damaschi, broccati, velluti) o di ricamo manuale. Invece il cotone poteva semplicemente essere stampato e quindi risultava molto meno caro.
Cotton contributed to making fashion a mass phenomenon: even the housewife, the waitress or the baker’s daughter could finally indulge in a few meters of Indian cloth. Before the arrival of these cotton canvases from India, popular clothing was boringly monochrome, only the richest could afford colourful clothes. Decorating a fabric was in fact very expensive: it required complicated loom procedures (damasks, brocades, velvets) or manual embroidery. On the other hand, cotton could simply be printed and therefore was much cheaper.
Bibliografia/Bibliography
Alessandro Marzo Magno, 2016, Con Stile. Come l’Italia ha vestito (e svestito) il mondo, Milano, Garzanti S.r.l.