A tavola con gli artisti del Rinascimento / At the table with Renaissance artists
Cosa mangiavano alcuni tra i maggiori artisti italiani del ‘500?
Michelangelo era molto sobrio, infatti pur disponendo di parecchio denaro ne spendeva solo una minima parte per il cibo.
Secondo un cronista anonimo del tempo generalmente a colazione mangiava due pani, un boccale di vino e un’aringa mentre a mezzogiorno tortelli, insalata, quattro pani, un boccale di tondo (vino corposo) e un quartuccio di bruscino (il raveggiolo, formaggio tenero tipico dell’Appennino tosco-romagnolo). La sera andava in trattoria.
Michelangelo era amante del formaggio in particolare di quello che veniva chiamato”Cascio di guaime” che produceva lui stesso in alcuni poderi dell’Umbria che aveva preso in affitto in tarda età. Si dice che quando da giovane dipingeva la volta della Cappella Sistina salisse al mattino sull’altissima impalcatura e ne discendesse solo la sera ed il suo pasto consumato lassù consistesse in pane e formaggio.
Il Caravaggio arrivato ventenne a Roma si sistemò presso un monsignore e per mangiare dovette accontentarsi di insalata a colazione, pranzo e cena. Poi si trasferì presso un oste per il quale dipingeva in cambio di cibo e qui le cose andarono decisamente meglio. Presto divenne ricco ma anche specialista nello sprecare denaro. Non amava mangiare in casa ma in trattorie e osterie nelle quali sfogava il suo brutto carattere che spesso lo portava al litigio.
Delle abitudini alimentari di Leonardo si sa pochissimo. Uno dei tanti misteri che alimentano il mito del personaggio è l’eventualità non provata che fosse vegetariano o addirittura vegano.
Un diario tenuto dal Pontormo rappresenta una significativa testimonianza di come viveva in qual periodo un artista non ricco. Infatti il Pontormo pur famoso non divenne mai ricco e visse sempre in grandi ristrettezze. Dalle pagine che sono arrivate fino a noi relative agli anni 1554-56 quando il pittore era impegnato in un grande affresco nella Basilica di San Lorenzo a Firenze risulta che il Pontormo raramente mangiava a mezzogiorno e che i suoi pasti erano frequentemente a base di pane, uova e verdure.
What did some of the greatest Italian artists of sixteenth century eat?
Michelangelo was very sober man, in fact despite having much money he spent only a small portion for food.
According to an anonymous chronicler of that time Michelangelo usually ate for breakfast two loaves, a jug of wine and one herring while for lunch he ate “tortelli” (sort of “ravioli”), salad, four loaves, one jug of “tondo” (thick wine) and a piece of “bruscino” (“raveggiolo”, soft cheese native of the Apennines between Tuscany and Romagna). Michelangelo in the evening went to eat in a tavern.
Michelangelo loved cheese and in particular the one called “Cascio di guaime” producing himself in some farms in Umbria that he rented when he was in old age. It’s said that when the young Michelangelo painted the ceiling of the Sistine Chapel he got on the very high scaffholding in the morning, came down only in the evening and his meal eaten there was just bread and cheese.
Caravaggio arrived in Rome when he was twenty years, he found lodging at a monsignor’s where he ate only salad for breakfast, lunch and dinner. Then he moved to an innkeeper’s for which he painted in exchange for food and things began to get much better. Caravaggio soon became rich but also a specialist in waste money. He didn’t like to eat at home but in taverns where he vented his bad temper that often led him to quarrel.
Leonardo’s food tastes are very little known. One of the mysteries that feed the myth of the character is the possibility, unproven, that he was vegetarian or even vegan.
A diary kept by Pontormo is a significant testimony of how a not rich artist lived in that period. In fact Pontormo, despite being famous, never became rich and he always lived in poverty. In the pages of the diary preserved over the centuries and written in the years 1554-1556 when the artist was painting a large fresco in the basilica of San Lorenzo (Saint Lawrence) in Florence it seems that Pontormo rarely ate at noon and that his meals very often consisted in bread, eggs and vegetables.
BIBLIOGRAFIA/BIBLIOGRAPHY
Ridolfi Pierluigi, 2015, Rinascimento a tavola – La cucina e il banchetto nelle corti italiane, Roma, Donzelli editore